LE VOCI E IL DOPPIAGGIO
Sono chiamate, con un po’ di retorica e anche con un minimo di distacco “voci nell’ombra”, dimenticando che non si può essere doppiatori se non si è attori, mentre si può essere attori, e anche bravi, senza saper doppiare.
Il doppiaggio costituisce una specializzazione in più e non “qualcosa in meno”. Dare voce a un collega straniero, vuol dire penetrare la psicologia del personaggio, come in qualsiasi altra forma di spettacolo, concentrando, però, tutto nell’espressione vocale, senza l’aiuto della gestualità e della presenza.
Sarebbe giusto ricordarsene, quando ci sediamo in una sala cinematografica, pronti ad abbandonarci con piacere alle emozioni.
A quelle emozioni contribuisce, senza ombra di dubbio, quella voce “nell’ombra”, quell’intonazione, quel “retrogusto” capace, talvolta, di aggiungere qualcosa in più all’azione
LA VOCE E LO SPOT
Gli spot sempre più spesso fanno dell'argomentazione il loro punto di forza, sono discorsivi, e la voce del discorso non viene sempre delegata al personaggio, molto spesso è compito della voce narrante dettare ritmo e forza della narrazione.
L’importanza dello sguardo in macchina cancella la distanza con lo spettatore, attestando la verità di ciò che viene detto e mostrato. La voce invece, è la voce del sapere e del potere e dà all’immagine un senso che spesso va al di là di ciò che mostra. Nello spot radiofonico crea una immagine e tutta la comunicazione viene affidata ad essa, deve necessariamente essere credibile e convincente. La voce narrante porta un proprio potenziale di seduzione sonora e, nove volte su dieci, negli spot TV è presente una voce narrante.